Ken Zen Ichinyo
di Alessandro Haag

La mia pratica
"La lotta tra ciò che uno vuole e ciò che non vuole è la malattia della
mente."
dal Libro del Nulla di Sosan Hsin Hsin Ming
Recita un famoso Koan(1): "prima di accostarmi alla pratica (dello zen), le
montagne erano montagne e i fiumi erano fiumi. Nel mentre praticavo, le
montagne divennere fiumi e i fiumi divennero montagne. Quando ebbi percorso
la Via, le montagne tornarono ad essere montagne e i fiumi tornarono ad
essere fiumi."
Al di là del paradosso logico insito in questo come in tutti i koan, queste
parole mi hanno sempre fatto riflettere sul significato che diamo alle cose
e sul valore che esse hanno per noi. In particolare, in questo lungo
periodo di "astinenza" dall'allenamento ho riflettuto parecchio su che significato avesse per me la
prtica dello shinsekai karate.
Cosa volevo ottenere? Quali erano i miei obiettivi? Dove volevo arrivare
praticando karate?
Erano domande alle quali, in fondo, non è difficile dare
una risposta: ma le domande erano davvero utili?
La pratica del karate,
arte marziale nata dallo zen, richiede necessariamente degli obiettivi?
In
fondo lo zen è spesso definito come la pratica dello "stare semplicemente
seduti". Riflettendo su questo, mi fu chiaro che stavo "rivestendo" la
pratica del karate di un abito superfluo: nel Libro del Nulla, Sosan Hsin
Hsin Ming dice "smetti di parlare e pensare e non ci sarà nulla che non
sarai in grado di sapere". E il recupero di questa frase sepolta nella mia
mente, mi fece comprendere il mio personale errore: praticare karate per
qualche scopo, mentre la vera pratica è senza scopo.
Mi permetto di soffermarmi un attimo sulla mia ultima affermazione, che
potrebbe essere fraintesa: non voglio, infatti, affermare che è sbagliato
finalizzare un allenamento (o una serie di allenamenti) ad una gara o ad un
obiettivo, anzi è fondamentale preparsi bene per una competizione e stimo
chiunque abbia tale fermezza di spirito e di intenti. La mia riflessione
riguarda invece la pratica in sè, che è differente dall'allenamento: la
pratica riguarda le motiviazioni vere dietro l'allenamento, mentre
quest'ultimo si occupa degli obiettivi a breve termine. So che il mio
discorso potrebbe sembrare un po' troppo "teorico" e infatti lo considero
solo ed esclusivamente una riflessione del tutto personale, ma altresì
penso che possa essere interessante condividere questo mio pensiero sul
karate.
Ogni allenamento è finalizzato a qualcosa, questo è chiaro: riflessi,
velocità, resistenza, potenza, e ovviamente tecnica. E tutti questi
obiettivi sono importanti per un karateka, sia come artista marziale che
come atleta, sia nella pratica nel dojo che sul ring (luogo ultimo dove la
nostra disciplina viene esaltata nei suoi punti forza).
Ma la pratica? Lo
scopo principale della pratica? Qual è la molla che ci dovrebbe, anzi che
mi dovrebbe spingere ad allenarmi? Qualcuno mi potrebbe rispondere "una
gara" oppure "il mettersi in forma".
Non penso però che queste possa essere
risposte valide, almeno non per me: nel mese di "astinenza" ho formulato la
mia risposta.
La vera pratica non ha scopo e nella sua assenza risiede la sua forza:
messo il piede nel dojo il mondo esterno smette di esistere, il trascorrere
del tempo collassa nel solo istante, nel presente della tecnica, della
flessione, del pugno, della contrazione. Non esiste altro, perchè
null'altro ha ragione di esistere.
Solo ora le parole del grande guerriero Miyamoto Musashi mi sono davvero
chiare: "Sotto la spada levata alta c'è l'inferno che ti fa tremare. Ma vai
avanti e troverai la terra della beatitudine."
Ancora una vola e forse, per me, per la prima volta ieri nel dojo "Ken Zen
Ichinyo", ovvero il pugno (karate) e lo zen sono una cosa sola.
OSU!
(1): Il koan è un espediente che può permettere al discepolo di ottenere
l'illuminazione. Su un koan, che è largamente usato nel Buddhismo Ch'an e,
più tardi, nello Zen Giapponese, si deve riflettere. Il koan si presenta
come una sorta di enigma, del tipo: "Non mi ci raccapezzo!" Rappresenta una
sfida alla mente, più che all'intelletto.
Articoli correlati:
Primo Stage Fighting Karate Shinseikai di Alessandro Haag
Zen nella vita di Filippo Cala'
Il Karate nella mia vita di Alessandro Haag
Il mio Karate di Silvia Fama'
Ciò che viene dal cuore e dalla mentedi Alessandro Haag
OSU
Spirit ! di Fabio Maggi
Migliorare... di Filippo Cala'